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Scuola Vela - Prendere una mano di terzaroli

18,299 ভিউ· 17/02/21
nauticain4settimane321
nauticain4settimane321 (@nauticain4settimane321)
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Oggi parliamo della mano di terzaroli Partiamo dalla definizione del suo significato. Prendere una mano di terzaroli vuol dire effettuare la riduzione dell’esposizione al vento della randa di un terzo della sua superfice totale. In apparenza può sembrare una operazione banale e di poco effetto, ma in realtà non è cosi. Analizziamo quando si prende e quali sono le interazioni e le conseguenze in barca. Mentre si naviga a vela se si ha un buon rapporto tra la barca il vento e le vele otteniamo come risultato la nostra andatura, questo si può paragonare a quello degli ingranaggi di un orologio cioè armonico e strettamente interconnesso. Quando emerge l’esigenza di ridurre la velatura vuol dire che qualcosa è cambiato in questa sinergia. Il vento l’elemento che agisce sulla barca come carburante del motore essendo esso stesso il propulsore ed origine del movimento di un’unità a vela, quando rinforza eccessivamente si rompe questa alchimia. Questa anomalia richiede il nostro intervento per ripristinarla. I primi effetti che notiamo a bordo sono l’eccessivo sbandamento (dato dalla pressione del vento sulle vele )e la durezza del timone a causa della troppa resistenza della pala sull’acqua ed una ostinata tendenza della nostra prua all’orza, cioè verso il vento , la deriva sollevandosi sempre a causa dello sbandamento diminuisce la sua resistenza allo scarroccio rallentandone la velocita e modificando la direzione, anche le vele lavorano male poichè il vento fugge in parte verso l’alto diminuendo lo scorrimento laminare e quindi la portanza.. Procediamo ora praticamente alla riduzione della randa rispettando la sua procedura. Per prima cosa devo dispormi in andatura di bolina con un angolo di 45/50 gradi rispetto alla provenienza del vento questo mi permette di mantenere il boma all’interno dello scafo consentendo di lavorare più agevolmente, poi devo eliminare lascandole (allentandole)le forze che trattengono il boma verso il basso: il vang e la scotta randa e subito dopo cazzare (tirare) l’amantiglio cosi facendo solleviamo la varea del boma con conseguente alleggerimento dei garrocci sull’inferitura. A questo punto manderemo un membro dell’equipaggio a piede d’albero dal lato sopravento mettendolo in sicurezza in quanto in caso di necessità può appoggiarsi su di esso, metteremo la drizza della randa in chiaro dando un collo sul winch. Inizieremo a lascare la drizza randa fino a che la persona a piede d’albero possa incocciare la brancarella della prima mano al collo d’oca, che stando sopravento viene richiamata naturalmente verso l’alto. Abbiamo realizzato un nuovo angolo di mura, ora cazzando la borosa della prima mano diamo origine ad un nuovo angolo di scotta che insieme al nuovo angolo di mura crea la nuova base, cazziamo nuovamente la drizza randa per restituire tensione all’inferitura, possiamo quindi cazzare nuovamente il vang regolare la scotta randa e mollare l’amantiglio e far rientrare in pozzetto chi stava a piede d’albero. Durante tutta questa operazione non abbiamo bisogno di accendere il motore in quando possiamo proseguire la navigazione grazie alla vela di prua che sia fiocco o genoa. Ed è proprio su quest’ultimo elemento che dobbiamo spostare adesso la nostra attenzione. Faccio un passo indietro introducendo il concetto di centro velico e centro di deriva. Ogni imbarcazione ha un proprio equilibrio dato dal progetto di costruzione. Per centro velico si intende il punto di applicazione della forza del vento sul piano velico e per centro di deriva il punto di applicazione della forza idrodinamica sull’opera viva. La barca è in equilibrio quando possiamo rappresentare i due centri sulla stessa perpendicolare. Questo approfondimento per dire che quando abbiamo preso la mano di terzaroli con la randa ridotta il centro velico si sposta più a prua rendendo la barca più poggiera. Per ristabilire l’equilibrio originario bisogna procedere con la riduzione della vela di prua. Se siamo dotati di rolla-fiocco lo avvolgeremo parzialmente oppure procederemo alla sua sostituzione con una vela più piccola. Qualora il vento dovesse ulteriormente intensificare procederemo allo stesso modo prendendo una seconda mano di terzaroli, fino a chiudere completamente le vele, ma questa è un’altra storia.

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