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Estratto del diario di bordo: l’arrivo a destinazione. Navighiamo ormai da 3 giorni, questa è la terza notte. Tre notti senza luna, tre notti senza stelle. La prima abbiamo fatto uno slalom tra temporali fulmini e piogge. Nuvole ovunque che coprivano le stelle. Nero ovunque. L’oceano, il cielo e l’orizzonte erano completamente oscuri. L’unica fonte luminosa erano la luce di coronamento a poppa e gli strumenti in pozzetto. Stop. Buio profondo e senza confini. Un buio che pare voglia assorbirti. La seconda notte è stata tranquilla: stelle, ma sempre niente luna. Visibilità meno tenebrosa. Una notte di riposo. E poi questa, la terza. Siamo esattamente a 25 miglia da Norman island, prima isola britannica delle isole vergini. In quelle americane non possiamo fermarci perché non abbiamo il visto adatto sui passaporti. Le nuvole coprono nuovamente il manto stellato. Lampi a poppa. Mare nero e onda di prua. Le previsioni danno temporali sparsi più piogge. La barca più di così non può darci, o meglio, non glielo vogliamo chiedere: abbiamo 1800 giri di motore dentro con overdrive (passo più prestante) della nostra elica gori (che dà più velocità ma sforza di più il motore). Vento esattamente sul naso ed essendo notte, non vogliamo metterci a bordeggiare tra i bassi fondali. 5 nodi/5,3 nodi di avanzamento con onda di orua che ci spezza la cavalcata. Il nero si fa di nuovo sempre più fitto. Ma la meta si avvicina. Navigare controvento così non mi piace, ma fa parte del gioco. Una cosa che ti insegna il mare è che devi accettare. Non controlli nulla se non la tua barca, preparandola nel modo più previdente possibile. E noi, siamo pronti. Andrea PS: come ogni avventura degna di essere raccontata, l’imprevisto, l’ultimo nemico da sconfiggere, arriva proprio sul fischio di fine partita. E così è stato questa notte, quando per un soffio non ci siamo schiantati contro una chiatta ormeggiata all’ancora, completamente prima delle obbligatorie luci di segnalazione. Un grande spavento e un’ENORME colpo di fortuna ci hanno impedito di andarle dentro a 6 nodi di velocità (per una barca a vela equivale “a tutto gas”). Tutto è bene quel che finisce bene 🫶

Emozioni miste. Ci riflettevo oggi. Tutta l’attenzione l’hanno rubata orche e meteo. Nessuno a pensare a cosa ci stessimo lasciando alle spalle. Tutto è partito con grande trepidazione: la prima Gibilterra e il primo splash in Atlantico. Da lì è stato la nostra casa per un bel po’. Ci ha visti attraversare da Cadice alle Canarie. Dalle Canarie a Capo Verde. Da Capo Verde il grande salto ai Caraibi. È sempre stato educato, posato, tranquillo. Tranne agli arrivi. Ecco gli arrivi ce li ha movimentati parecchio, ma glielo concediamo. Abbiamo girato i Caraibi per mesi, aspettando la finestra migliore per rientrare. Così qualche giorno fa abbiamo riattraversato verso l’Europa. Azzorre, per la precisione. Da lì Madeira e domani sarà la volta delle sue porte: Gibilterra. Usciamo dall’Atlantico per rientrare nel Mediterraneo. L’aria di casa si fa più intensa, più nitida. Tornare è emozionante e al tempo stesso un’enigma. Sapremo riadattarci alla terra? Alla città? Un caro amico oggi mi ha scritto che un viaggio non è tale se non prevede un ritorno a casa che ti faccia assaporare con più gusto ogni cosa. Penso sia proprio così. Tornare vorrà dire riprendere contatto con la vita di prima ma da persone nuove, completamente diverse. Che poi tornare… quanto durerà?… qui a bordo ci sono già dei piani…. Ma questa è un’altra storia. Ora siamo qui, a goderci l’ultima notte in queste onde lunghe che ci sollevano e riappoggiano delicatamente. Con loro procediamo decisi con la prua sullo stretto. Domani sarà un’altra giornata di emozioni forti♥️ meglio riposare! Buona notte a tutti e a domani Andrea


A final day of sublime sailing conditions brought the Superyacht Cup Palma’s landmark 25th anniversary regatta to a close on Saturday with a first time entrant stealing the headlines. Ravenger takes the overall 2021 Superyacht Cup title while Nilaya was Class A winner, and Ravenger Class B winner.