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L'ultimo mio video risale a un anno fa. In questo tempo ho dovuto combattere contro una brutta bestia e adesso sembra, ripeto: sembra, che tutto sia tornato sotto controllo. Certo, non è stato facile ma ho ancora forza e voglia di non arrendermi. Adesso sono di nuovo qui e spero di continuare a rompere ancora per molto tempo. Grazie a coloro che si sono preoccupati e mi diuspiace aver deluso chi pensavo che mi fossi trasferito in un altro mondo. Grazie
Nei giorni scorsi una tempesta di sabbia ha interessato il deserto in Marocco, Algeria e Tunisia. Una forte corrente ascensionale ha portato questa sabbia in quota e contemporaneamente il vento di scirocco l'ha trasportata finbo alla Sicilia e al Sud dell'Italia. Questo fenomeno avviane due, forse tre volte l'anno. Non di più. Ma nel deserto queste tempeste sono tante, quasi un centinaio l'anno. Il vento alza la sabia, la sposta e si creano dune alte anche diversik metri. Nella periferia di Douz, ci sono gli abitanti di alcuni villaggi che da sempre lottano contro l'avanzata del deserte. A volta arrivano le ruspe dell'esercito, ma quasi sempre queste persone, che non voglio alzare bandiera bianca, si armano di pale e combattono. Ma fino a quando?
Più che una guida, in questo video ci sono alcuni consigli e qualche dritta per andare nel deserto. Da buon principiante, ho preso qualche appunto che mi trasmetto così come l'ho preso. Per chi inizia, consiglio di andare a Ksar Ghilane, l'oasi più a sud della Tunisia. E' una meta facile e piacevole, grazie anche alla gentilezza della gente dell'oasi. Io vado spesso lì: quando mi manca la barca e il mare aperto, mi dirigo a Ksar Ghilane, mi immergo nelle dune come se fossero onde e come per magia sto meglio
Il deserto dà le stesse sensazioni che dà il mare. E la gente del deserto è molto, molto simile alla gente di mare. Nell'oasi di Ksar Ghilane, una delle porte del Sahara nel sud della Tunisia, ho conosciuto Mohamed, guida turistica quando c'è qualcuno da portare in giro, cameriere quando i turisti sono pigri. E io, quando sono a bordo della mia piccola Horus in mare aperto, mi rivedo nell'amore di Mohamed per il suo deserto
Scusate l'assenza, ma come potete immaginare ho avuto altre priorità che fare video. Adesso sto un po' meglio e rieccomi qua. Io abito a #Djerba, nel sud della Tunisia. E in questa terra sperduta c'è un polo sanitario di prim'ordine. E confermo di essere fortunato: mi sono ritrovato accanto Mounir Ben Hammouda, un carisismo amico che è anche medico generico e che si è messo a disposizione: mi ha trovato un cardiologo (necessario dopo che due anni fa, a Salerno, mi hanno preso per il capelli), Nebil #Hamrouni il quale, saputo di alcuni miei problemi alla prostata, mi ha indirizzato da un urologo: Slah #Friaa. Quest'ultimo mi ha prescritto alcuni esami e ha diagnosticato un tumore e mi ha fatto una biopsia che ha confermato la diagnosi. Friaa mi indirizza a Zied #Zidi, un oncologo il quale prescrive un rosario di esami strumentali che evidenziano anche la presdenza di metastasi. Il passo successivo, guidato da Zidi, è stata la radioterapia oncologico di una clinica, reparto guida to da Anis Hamrouni. Sono stati due mesi durissimi, durante i quali per due volte ho avuto la forte tentazione di alzare banbiara bianca e mollare tutto. Invece, aiutato da figli e nipoti, amici che vivono in Italia, amici tunisini e italiani che vivono qui a Djerba e, non meno importanti, i mieri Ciccio e Totò (gatto e cane), ho riposto la bandiera bianca e ho continuato. E scusate la mia assenza
Totò è un pastore belga malinois. E' nato a Djerba, un'isola nel sud della Tunisia e ha poco più di un anno. E' abcora un "bambino", ma si vede subito che ha un buonb carattere: dolce e giocherellone con le persone di casa, molto determinato con chi - secondo lui - costituisce una minaccia verso la sua proprietà e ancora di più contro chi vuole far del male ai suoi "protetti": io, Ridha, Ciccio (il nostro gatto). PS:
Ne parlo perché ho un tumore anch'io: me lo hanno diagnosticato in primavera. Qui a Djerba, isola del Sud della Tunisia, ci sono ottimi medici e attrezzature all'avanguardia. Ed è qui che mi sto curando. Come andrà a finire non lo sa nessuno. Quello che so, invece, è comne vorrei essere trattato: da persona normale, perché tale sono. La compassione, per esempio, è quanto più doloroso che possiate dare ad un malato di cancro. Il "poverino" non ci si addice. E poi, anche se l'intenzione è quella di dare coraggio, non dite: "Conosco uno che ha il tuo stesso tunore e vive già da vent'anni.: Non ci sono persone uguali, tumori uguali, decorsi uguali. Ecco, ve l'ho detto
A casa mia, a Djerba, nel sud della Tunisia, viviamo in quattro. Quattro individui appartenenti a quattro razze diverse: io (umano), Ciccio (Felino), Tutò (Cane) e Clementina (Rana). Totò e Ciccio, cane e gatto, sono inseparabili: giocano assieme, dormono assieme e nessuno frega il cibo all'altro. Entrambi hanno accolto Clementina e, a modo loro, la difendono. Totò adora la razza umana: quando viene qualcuno gli fa festa, si fa accarezzare ma se non si comporta bene con il resto della famiglia possono esserci guai seri. Insomma, i miei animani di razze divewrse ignorano la stessa esistenza delle razze. Cane e gatto stanno bene assiewme perché hanno imparato a conoscersi e a volersi bene. Noi umani, invece........
Il granchio blu è presente nel Mediterraneo - e quindi anche in Italia e in Tunisia - da almenbo vcent'anni, ma si parla di lui solo da un paio d'anni, da quando ha cominciato a provocare seri danni economici. Ma la grande velocità di moltiplicarsi dipende dall'assenza di tutti i suoi predatori che noi abbiamo pescato in quantità enormi senza prima chiederci quali sarebbero state le conseguenze
Assieme ad Horus, la mia piccola barca a vela dove ho pure abitato per otto anni, abbiamo percorso quasi 700 miglia nel Basso Tirreno. Horus, adesso, si gode il meritato riposo nei cantieri MareSud di termini Imerese, io nella casa di Djerba, coccolato da amici, cane e gatto. Due ore di volo, una da Palermo a Tunisi e l'altra da Tunisi a Djerba, accudito - anche da loro - dal personale di Tunisair Express. E adesso respiro il silenzio di casa, molto simile a quello di Horus in navigazione: lì si sente solo il fruscio del vento sulle vele e quello dello scafo che accarezza il mare. Qui, invece, si sentono i cinguettii degli uccelli che hanno fatto il nido sotto il porticato
Una barca a vela di 10 metri e il sottoscritto che, oltre ad essere "diversamente giovane" (diciamo pure vecchio), è anche rotto. Così, ben assortiti, siamo andati da Termini Imerese, in Sicilia, a Salerno e ritorno percorrendo un po' meno di 700 miglia. Per riabbracciare carissimi amici e per controllare patologie e terapie. Adesso Horus è in secco nei cantieri MareSud e, quando vedrete questo video, io sarò già in Tunisia, nella mia casa di Djerba
L'ultima nabigazione di media durata (attorno a dieci ore), poi l'indomani sono partito per Termini Imerese e ho lasciato Horus ai cantieri Mare Sud. La barca resterà lì per ltutto l'inverno e poi, in tarda primavera - se Dio vorrà - torneremo a navigare assieme.
Unica tappa da Cetraro a Scilla: 95 miglia e 16-17 ore di navigazione. Cenetta a Scilla, un gioiellinodella Calabria e poi, l'indomani, rotta su Tindari a dormire in rada sotto il Santuario della Madonnina Nera
Al termine del viaggio avrò percorso poco meno di 700 miglia. Pochine rispetto al passato quando la media non è mai stata inferiore a 1500 miglia. Ora a tappe forzate (compatibilmente con la mia età e con i miei acciacchi) fino a Termini Imerese dove lascerò Horus ai Cantieri di MareSud. E poi, in aereo verso Djerba, dove mi aspettano i miei amici tunisini e italiani e Ciccio e Totò, le mie dolcissime "belve"
Lo scorso anno ero qui a Salerno, ospite della Lega Navale Italiana. Stavo male da un po' e, da buon deficiente, ho navigato da solo da Marina di Ragusa fin qui. E per fortuna è stato qui, a Salerno, che ero pronto per andarmene lontano, molto lontano. E qui ho trovato quelli che io chiamo i miei Angeli Custodi che mi hanno letteralmente strappato alla morte rinviando il momento dei saluti. E ve li voglio presentare
Sono ancora a Salerno dove i miei medici, dopo avermi salvato la pelle l'anno scorso, mi hanno controllato per benino. In questi giorni vedrò ancora qualcher amico e poi mi rim etterò a navigare a bordo della piccola Horus. Costeggeremoil Cilentyo, la Calabria, poi entreremo nello Stretto di Messina. Horus, quest'inverso, lo trascorrerà nella Sicilia OIrientale. Poi di corsa a Djerba, dove ci sono i miei amici (amici davvero) tunisini e italiani, i miei Ciccio e Totò. Insomma, la "saudade" nopn è solo brasiliana
Rispetto al 2022, ho un anno di più e, se possibile, anche qualche acciacco di salute in più. Sono arrivato a Salerno navigando da solo a bordo della mia piccole, dolce Horus e ce l'abbiamo fatta senza eccessivi problemi. Ma rispetto allo scorso anno, ho sentito più forte la stanchezza. Navigare non risollce i problemi, ma aiuta a poensare ad altro, a pensare a cose più belle. Per esempio, doppiano Capo Palinuro, è inevitabile confrontarsi con la storia e con la mitologia. E passando debitamente al largo da Punta Licosa, ci si ricorda che a mare la prudenza non è un optional. Poi, all'arrivo ai pontili della Lega Navale, un bagno di affetto con amici che mi vogliono bene e che lo scvorso anno mi hanno salvato la vita. Letteralmente.
Per chi naviga a vela, esplorare il Cilento è qualcosa da fare assolutamente. La Baia del Buon Dormire, che per chi arfriva da Sud è immediatamente prima di Capo Palinuro, è enorme. Il fondo di sabbia, ottimo tenitore, consente di stare al sicuro anche con venti sostenuti. E poi è enorme, silenziosa e trasmette pace e tranquillità. Da visitare le innumerevoli grotte dissemitate lungo i costoni di roccia e lo Scoglio del Coniglio
Continua la risalita verso Salerno. La piccola Horus si comporta benissimo e conferma, a dispetto dei suoi (soli) 10 metri, di essere una barca sicura, affidabile e anche confortevole. Da Scilla a Capo Vaticano, vento sostenuto das Sud e mare mosso, ma era un arrivederci mandato dallo Stretto di Messina. Poi, fino a Vibo, calma piatta., A Vibo, ben fermo ai pontili di Marina Azzurra, ospitato da Arcangelo e coccolato da Mimmo e Anna, sono rim asto tre giorni, sia per il tempo che non era dei migliori, sia per miei problemi di salute. Poi di nuovo in mare, verso Cetrario
Una sosta concigliabile a chi, dalla Sicilia settentrionale, deve risalire il Tirreno in barca. Servizi di ormeggio efficienti e a buon mercato davanti ad un paesino che si affaccia letteralmente sul mare e che, non a caso, è chiamato "la Venezia del Sud". E durante questa rilassante sosta, ho subito l'"abbordaggio" di Nino, arrivato con la sua canoa, e che mi ha regalato i prodotti del suo orto. Queste sono le sorprese che amo